Successo della Scuola politica a Trieste


 

“Riempire una sala, per un movimento politico, è complicato. Riempirla di giovani è una vera impresa. Grazie a chi ha aderito alla nostra iniziativa”. Così Giulia Manzan, segretaria regionale di Autonomia Responsabile, esprime soddisfazione per l’esito della prima lezione della scuola politica di Autonomia Responsabile, tenutasi lunedì sera nella sala dell’Università Unicusano Trieste in via Fabio Severo. Relatori della serata, cui hanno preso parte una trentina di ragazzi tra i 20 e i 25 anni e i consiglieri regionali Giovanni Barillari, Giuseppe Sibau e Valter Santarossa, Valentina Cubesi, segretaria provinciale Ugl, Lorenzo Tamaro, segretario provinciale Sap, e Alessandro Polese, vice segretario Sap. Immigrazione e sicurezza sono stati il piatto forte della serata. I relatori hanno dettagliatamente spiegato le differenze tra i concetti di clandestino e profugo, snocciolando i numeri di un “fenomeno ormai strutturale, che non può essere più considerato emergenziale”.
Tra gli spunti principali, i costi medi per un rimpatrio (attorno ai 2mila euro), l’età media dei profughi (16-28 anni), la quasi unanimità di migranti di sesso maschile (98% circa), e l’enorme volume di affari che circonda tutto il sistema dell’accoglienza. Molti altri aspetti sono stati oggetto di confronto tra i relatori e i giovani partecipanti, molto attivi nel fare domande e chiedere approfondimenti. La chiosa finale spetta a Giulia Manzan: “Ringrazio Alessandro Gavagnin, Lorenzo Alberti, Daniele Bordon, Mirko Martini, Fulvio Serbo e Dante Tomassini per l’organizzazione. In un momento di forte disaffezione da parte dei giovani verso la politica, il nostro obiettivo è invertire il trend e avvicinare chi, nel prossimo futuro, dovrà farsi carico di onori e oneri della pubblica amministrazione. La politica non può essere improvvisazione, né vivere di affannose, estemporanee rincorse alla quotidianità. Servono persone preparate, competenti, e consapevoli del contesto in cui si muovono. Noi puntiamo a creare le condizioni per dare vita a questo tipo di politica. È un percorso più complicato di chi vive a colpi di tweet, ma i bluff non durano per sempre, mentre la capacità, alla lunga, emerge”.