Santi e demoni: il Pensiero unico colpisce ancora


di Renzo Tondo – Non credo di essere l’unico ad avvertire la grande confusione sotto il cielo della politica italiana. Un caos che deriva anche dall’essere l’Italia il paese in cui la verità, per convenienza, piaggeria o ben più loschi interessi , non è apprezzata. Il contradditorio aspro, la polemica coraggiosa e non servile sono sport con pochi praticanti. Credo sia uno dei motivi della scarsa evidenza di recensori generalmente queruli,  per  un interessantissimo libro di Ernesto Galli della Loggia, editorialista del Corriere della Sera, intitolato “Credere, tradire, vivere”.  Un’analisi lucida sui vizi dell’intellighentsia italica uscita già nel novembre dell’anno scorso, in cui l’autore ricostruisce, con molte rimembranze in prima persona, la nascita e la persistenza di quel Pensiero Unico di Sinistra che ancora oggi opprime la libera circolazione delle idee in Italia: tanto che sostanzialmente su Galli della Loggia è scattata l’inesorabile  censura. Non del Pci come accadeva un tempo, ma da questa più recente categoria della Ragione, da questo politically correct che rappresenta entità molto più inafferrabile e “liquida”. E pericolosa. Galli della Loggia infatti, caso rarissimo tra gli intellettuali italiani ci regala una profonda e anche spietata autocritica che partendo dalla sua adesione prima al Psi nenniano e poi al Pci svela tutte le menzogne e le omissioni propalate dalla sinistra italiana sulle questioni internazionali che riguardavano l’Italia ( vedi fanatico filosovietismo e altrettanto acritico antioccidentalismo), sulle questioni etiche ( vedi il moralismo d’accatto del Pci d’antan che condannava Pasolini in quanto sospetto omosessuale) , sulla questione morale che portò alla santificazione in vita di Enrico Berlinguer,  capo di un partito che i finanziamenti illeciti li prendeva, attorcigliandosi in giustificazioni di comodo, addirittura da un nemico dell’Italia e della democrazia liberale, l’Urss. Ma la condanna all’oblìo di “Credere, tradire, vivere” da parte della maggioranza dei media italiani sta soprattutto nella rivalutazione, purtroppo postuma,  della figura di Bettino Craxi : “Con Craxi – afferma Galli della Loggia –  l’egemonia del Pci sulla sinistra italiana, fino ad allora incontrastata, anzi progressivamente accresciutasi, minacciava di andare in frantumi e ciò avveniva – cosa massimamente insopportabile – per un processo nato all’interno della sinistra stessa. Allora e sempre questa sarebbe stata la sua vera colpa”. Sono  cose che  nell’Italia dei guitti di corte  del Pd – vedi Benigni e compagnia cantante –  non si devono neppure pensare, altro che scrivere. L’editorialista del Corsera costruisce nietzschianamente “un capovogimento di tutti quei valori” che il pigro mondo culturale italiano dà per scontati e giustificano oggi il  forsennato, acefalo assalto alla politica del Movimento 5 stelle. Assalto che ebbe i suoi prodromi nell’episodio del lancio delle monetine all’Hotel Raphael di Roma, il vile linciaggio del potente in disgrazia così tipico della nostra Italia: protagonisti furono campioni di democrazia come comunisti e fascisti, sotto l’alta protezione di Antonio Di Pietro, creatore de (sic!) L’Italia dei Valori. 

RENZO TONDO