di Renzo Tondo – La controversa vicenda della destinazione degli immobili appartenenti alla Provincia di Udine è solo l’ultima di una serie di equivoci, grane, incertezze provocate dalla disastrosa riforma che ha portato alla costituzione delle Uti, sulle quali oltre alla confusione attuativa pesa come un macigno l’assenza totale di cultura del territorio.
E anche di cultura tout court. L’assessore Torrenti vuole a ogni costo riportare a Trieste la storia, le tradizioni, l’arte di una regione complessa e multiculturale come la nostra. Lo ha già fatto con Gorizia, alla quale è stata sottratta, nonostante le proteste del sindaco Romoli, la gestione dei Musei provinciali, vero tesoro di quella città: un’operazione che dimostra la dissennata e inconcludente vocazione triestinocentrica di questa giunta regionale. Ci riprovano con Pordenone, tentando di gestire il patrimonio culturale tramite un carrozzone appositamente creato, chiamato Erpac, il cui direttore, appena nominato ha dato le dimissioni pochi mesi dopo.
Ora il duo Panontin-Torrenti ci riprova con Udine, in particolare con alcuni edifici –come palazzo Belgrado – che simboleggiano il prestigio e la storia del Friuli e che dovrebbero passare alla Regione e quindi essere vincolati ai progetti e ai programmi della giunta Serracchiani. Che potrebbe anche gentilmente concedere alcuni vani “di rappresentanza a favore delle Uti”. Ma il Friuli storico va da Gorizia a Pordenone, da Lignano a Tarvisio vale a dire un territorio con ben 15 Uti, esclusa quella triestina e quella monfalconese ( nella quale peraltro qualcuno rivendica un’appartenenza friulana). Il tutto è assurdo e improponibile e dimostra la distanza di questa amministrazione regionale dalla realtà del territorio.
La destinazione dei beni della Provincia di Udine – e delle ex province di Gorizia e Pordenone – va quindi ripensata in un’ottica di riformulazione territoriale delle Uti che tenga finalmente conto dei vincoli non solo economici ma anche storici e culturali del Friuli Venezia Giulia, impostando l’operazione con precise garanzie di prelazione per il Comune di Udine.
Renzo Tondo
