di Renzo Tondo – Ius soli? Cui prodest, mi domando, visto che al Pd piace il latino? Perché demolire d’un botto quelle norme datate 1992 che già prevedono i diritti fondamentali ai profughi e che in fondo ci permetterebbero di gestire in modo razionale e non più dettato da ipocrita e spesso interessato pietismo il futuro del nostro territorio e anche quello dei disgraziati arrivati da ogni dove? Ripeto: a chi giova concedere la cittadinanza italiana d’un botto a circa 6oomila stranieri immigrati e, secondo alcune stime ad altri 40-45mila ogni anno, oggi che la stessa Serracchiani, con cronometrico opportunismo elettorale sembra contraddire la politica “ospitale” del suo stesso Governo? Lo spaventoso problema dell’immigrazione è stato gestito fin dall’inizio in maniera delirante obbedendo a influenze ecclesiastiche e agli interessi talvolta poco chiari di una miriade di Onlus che gestiscono i considerevolissimi fondi (circa 4 miliardi di euro in un momento in cui 4 milioni e mezzo di italiani sono scesi sotto il livello di povertà) destinati alla sussistenza dei profughi. Senza domandarsi in prospettiva cosa vuol dire tenersi in casa milioni di persone che con la cultura italiana e i nostri modi di vivere non hanno nulla in comune, che spesso disprezzano o odiano e che tendono a isolarsi in comunità a se stanti e spesso ostili. Lo Ius soli porterebbe a concedere nuovi diritti ai fedeli dell’Islam parificandoli solo formalmente agli italiani in una società che continua – spesso non a torto – a diffidare di loro. Lo Ius soli aggraverebbe una situazione già precaria alimentando meccanismi di rancore come è avvenuto tra i giovani islamici di seconda generazione in Belgio, Francia, Inghilterra, con le conseguenze tragiche che tutti conosciamo. Dunque lo Ius soli non fa che aggravare in modo irreversibile il caos normativo dettato dalla strabiliante debolezza di Renzi&Co., che permette ad esempio a qualsiasi nave europea di sbarcare i profughi in Italia, ridotta ormai a una sorta di discarica umanitaria internazionale. Il flusso degli arrivi è ormai costante e il malessere provocato da questa marea di disgraziati ai poveri indigeni è palpabile. Aggiungo che nessuno ha il diritto di chiamare questo profondo disagio “razzismo”, disumanità, xenofobia. Insomma: ius soli, cui prodest?
Renzo Tondo