KOSIC:Giunta Serracchiani, ovvero la tirannia della maggioranza!


Di recente, la vice segretaria del PD, disquisendo sui temi inerenti la democrazia, ha  citato K. Popper. Il filosofo austriaco è stato anche per me una fonte importante per superare scelte ideologiche che avevano alimentato per decenni le mie simpatie politiche (senza tessera). Mi sono chiesto per quale motivo, dato che su un tema così importante come la democrazia e le fonti teoriche connesse collimassero, io fossi in completo disaccordo con l’ispiratrice e la protagonista di una prassi politica che rasenta l’autocrazia. E, rievocando K. Popper, mi sono ricordato una sua citazione: “La Democrazia non può compiutamente caratterizzarsi solo come governo della maggioranza, benché l’istituzione delle elezioni generali sia della massima importanza. Infatti anche una maggioranza può governare in maniera tirannica.” (K. Popper, La società aperta e i suoi nemici). Riflettendo, ad esempio, sulle riforme della sanità e delle autonomie locali, la vice segretaria, con retriva coerenza, ha mantenuto il suo percorso devastante di due sistemi che si sono sempre distinti a livello nazionale per la loro efficacia ed efficienza. La citazione di K. Popper, mi sembra più che appropriata prendendo in considerazione la riforma sanitaria. Calata dall’alto e senza alcuna verifica, né di metodo né di merito sul campo, non ha permesso alcun livello di condivisione né con gli enti locali né con la categoria dei medici ospedalieri che l’hanno, di fatto, dovuta accettare d’ordine e d’imperio. SALA OPERATORIA

Con il protocollo sottoscritto tra Regione e Università, la pianificazione e la programmazione avranno luogo solo con il confronto tra questi due enti! La voce di chi rappresenta i cittadini più da vicino, i Sindaci, e la voce dell’80% dei medici che operano negli ospedali del FVG, non avrà alcuna possibilità di essere ascoltata. Con la giunta di centrosinistra la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria è stata praticamente annullata. Il ruolo dei Sindaci, nella condivisione di scelte sanitarie e soprattutto di quelle connesse alle risorse delle politiche sociali, non esiste più. E’ stata persino respinta la possibilità di indire un referendum regionale. La giunta regionale decide da sola sul come, per chi e per che cosa spendere il 60% del bilancio regionale.

Si tratta di una presa di potere in piena regola, di una occupazione ingiustificata quanto incomprensibile su cui nessuno né può, né deve intervenire o interloquire.

Sta per essere discusso, speriamo non approvato, il regolamento relativo agli emendamenti approvati con l’assestamento di bilancio pertinenti alla misura del sostegno al reddito (SIA).

Il Messaggero Veneto del 29 luglio, a questo proposito, riportava in terza pagina che, a seguito di decisioni assunte dal governo nazionale sul MIA (misura attiva di sostegno al reddito), sarebbero stati necessari cinque anni di residenza per poter beneficiare del contributo. Com’è noto, nella nostra regione, per ricevere il contributo (SIA), erano sufficienti 24 mesi, come previsto dall’art. 3, l.r. 15/2015.

Con le modifiche proposte dalla DGR 1595/2016 al regolamento di attuazione relativo alla misura attiva di sostegno al reddito, in coerenza con gli emendamenti approvati nella legge di Assestamento, basteranno sempre 24 mesi. Ciò che cambierà, se verrà approvato il regolamento, sarà che i due contributi, SIA (contributo regionale) + MIA (contributo statale), si sommeranno.

Si richiama l’attenzione sul fatto che la residenza di 24 mesi in Regione rimane condizione sufficiente per poter beneficiare del contributo.

Ci si domanda che cosa succederà per i beneficiari, non cittadini italiani (circa 45% di persone che ricevono il contributo nell’FVG), che già beneficiano del contributo che ha una durata di 12 mesi.

Ricordiamo che la vicesegretaria del PD aveva avviato il contributo regionale con uno stanziamento di bilancio iniziale di 10 milioni di euro, portati a 20 con la finanziaria 2016. Con l’assestamento si è arrivati a 39 milioni e uno studio della CGIL FVG prevede che per soddisfare tutte le richieste, per il 2016, sarebbero necessari 70 milioni. Autonomia Responsabile aveva chiesto un aumento per il FAP (contributo regionale per la non autosufficienza) di un milione che non è stato concesso. 

L’abolizione del check and balance previsto in tutte le democrazie, che la riforma costituzionale di Renzi prevede di eliminare, nella nostra Regione è in atto da 3 anni e mezzo.

Ai cittadini del FVG, la valutazione dei risultati raggiunti dalla “maggioranza tirannica” della Serracchiani e delle conseguenze che potrebbero derivare da un Senato “federale” senza federalismo previsto da Renzi.