LA GIUNTA INTERVENGA PER STRONCARE LA SPECULAZIONE SULLE CURE PER ANIMALI DA COMPAGNIA


 

“Le cure per gli animali da compagnia rappresentano un costo elevatissimo per le famiglie che può essere facilmente abbattuto, senza contributi economici pubblici, ma con il buon senso ed una semplice modifica normativa che consenta ai veterinari di prescrivere anche per gli amici animali farmaci generici, senza essere costretti a prescrivere solo farmaci di marca per uso animale, spesso identici a quelli umani ma con prezzo aumentato anche del 100%”Ad intervenire è il consigliere regionale FVG di Autonomia Responsabile, Giuseppe Sibau che ha depositato una interrogazione con cui chiede alla presidente e all’assessore competente di intervenire presso il ministero della Salute.“L’Italia – afferma Sibau – è ancora in ritardo rispetto all’Europa e le famiglie che accolgono un cucciolo in casa sono costrette a pagare cifre esorbitanti per visite veterinarie e cure terapeutiche. Considerato che l’attuale normativa prevede che gli zooiatri non possano prescrivere ai loro “pazienti animali” farmaci per uso umano nel caso in cui  siano disponibili medicinali veterinari  con le stesse indicazioni terapeutiche di quello per umani e che il prezzo dei farmaci per gli amici a quattro zampe è in media tre/quattro volte superiore di quelli per l’uomo (farmaco ranitidina passato da 8,56 € a 16 €; Cefalosporine da 3,9 € a 27,5 €; Benazepril da 7,76 € a 18,9 €) e anzi  può arrivare a moltiplicarsi per dieci o venti, sebbene il principio attivo sia identico, sarebbe opportuno permettere al veterinario di poter prescrivere un analogo farmaco per umani (es: è disponibile il generico dell’Amoxicillina a soli 4 euro ma il prezzo del farmaco di marca è di 19,90 €)”. “Questa norma – aggiunge Sibau – che si potrebbe cambiare agevolmente aiutando le famiglie e incentivando le adozioni di animali, sembra essere stata fatta solo per tutelare le case farmaceutiche  che ogni anno in Italia solo per le cure animali muovono circa 600 milioni di euro”.“Dato che lo Stato è il più grande proprietario di cani (ce ne sono 600mila rinchiusi nei canili sparsi per la penisola) converrebbe anche alle casse pubbliche dare l’ok ai generici per uso animale e sarebbe sufficiente che il ministero emanasse una disposizione secondo cui i generici già registrati per gli umani, a parità di composizione, siano di fatto considerati anche ad uso veterinario. Questo permetterebbe un risparmio di migliaia di euro ed eviterebbe che i costi salatissimi spingano i proprietari di animali ad utilizzare per i propri amici farmaci per umani ma senza conoscerne il dosaggio e con i relativi rischi, mente i veterinari che prescrivono farmaci per umani in presenza dell’analogo per animali (con lo stesso principio attivo ma con prezzo quadruplicato), rischiano multe da 1.500 a 9.000 euro” “La presidente e l’assessore competente – conclude Sibau – si attivino nei confronti del ministero affinchè si adotti una semplice misura utile sia in termini economici per le famiglie, sia per facilitare l’adozione degli amici animali”.