“La svolta per la montagna può arrivare anche grazie all’approvazione della mozione sui canoni idroelettrici per le grandi derivazione.” Con queste parole Roberto Revelant Vicepresidente del Gruppo consiliare regionale Autonomia Responsabile commenta il voto unanime alla mozione da lui presentata, insieme ai colleghi di NCD, Alessandro Colautti e Forza Italia, Riccardo Riccardi.
La mozione, ricordiamo, era volta ad aumentare i canoni idroelettrici regionali per le grandi derivazioni superiori a 3 Mw, che ad oggi, risultano essere tra i più bassi d’Italia, al fine di generare un aumento considerevole del gettito da utilizzarsi a fini ambientali per ripristinare i danni causati dallo sfruttamento della risorsa idrica e lo sviluppo economico del territorio. Entro novembre la Giunta regionale si è impegnata a rideterminare i canoni idroelettrici per le grandi derivazioni in linea con le altre Regioni italiane, inserendo l’intervento nel regolamento in fase di definizione.
“Ringrazio per la condivisione e collaborazione da parte della maggioranza e della Giunta regionale, con le quali abbiamo trovato una sintesi apportando delle limitate e condivisibili modifiche al testo presentato, ma soprattutto per l’impegno sottoscritto da tutti di dare ai canoni quel significato compensativo ambientale finalizzato a distribuire parte della rendita economica generata dall’uso dell’acqua ai territori in cui essa scorre e viene prelevata. Questo rappresenta una vera svolta rispetto a quanto accaduto fino ad ora.”
“La mozione però va addirittura oltre – continua Revelant – perché con la prossima soppressione delle Province, la quota dei sovracanoni rivieraschi attualmente incassati dalle stesse, salvo altra diversa previsione nazionale, verrebbe destinata completamente ai Comuni.”
“E’ giusto che la montagna, che paga il prezzo più grande dello sfruttamento dell’acqua a fini idroelettrici sia ricompensata per il sacrificio ambientale a cui si sottopone, conclude il Consigliere di Autonomia Responsabile, ed in un momento economico così difficile in cui la montagna vive un irrefrenabile declino, è ancora più urgente intervenire con nuove misure per investimenti, anche attraverso una fattiva collaborazione con i Bacini imbriferi montani, che possano partecipare allo sviluppo ambientale paesaggistico ed economico dei territori.”