“E’ sconcertante che comuni turistici come Venzone e Tarvisio vengano scelti, senza alcun programma distributivo generale, quali dormitori per i profughi con i conseguenti carichi economici per gli enti pubblici, spendendo da una parte molte migliaia di euro per risistemare strutture fatiscenti per ospitare i profughi e dall’altra non si trovino risorse minime per garantire i servizi essenziali ai nostri cittadini, che pagano le tasse, come (solo per fare un esempio e rimanere nella sola Venzone) la riqualificazione della biglietteria ferroviaria ed il mantenimento del servizio per la vendita dei biglietti. E pensare che nel territorio regionale vi sono senz’altro strutture più idonee, tra l’altro lontane dalle zone montane dove gli inverni rigidi, oltre a non essere favorevoli ad un adattamento per chi proviene dalla torrida Africa, comporterà costi di riscaldamento importanti su fabbricati energeticamente dispendiosi. Semplicemente assurdo!”.
Ad intervenire sui nuovo arrivi di profughi a Venzone è il vice presidente del gruppo Autonomia Responsabile in Consiglio Regionale FVG, Roberto Revelant che lamenta l’assenza di un piano organico di ospitalità e gli eccessivi costi a carico di comunità molto piccole.
“In piena crisi economica gravare i Comuni montani, che vivono soprattutto di turismo, di profughi è una scelta illogica, soprattutto in forza dell’assenza di un piano strategico di ospitalità da parte del Ministero che determini i carichi per ogni regione e soprattutto stabilisca una distribuzione su tutti i comuni regionali in rapporto alla popolazione. Trenta nuovi profughi che vanno a sommarsi a quelli già presenti in un Comune di appena 2mila abitanti è oggettivamente un sacrificio pesante, soprattutto in quello che è stato riconosciuto ‘monumento nazionale’ dopo la ricostruzione”.
“Lo scorso novembre – continua Revelant – ho depositato una mozione condivisa anche dal gruppo a cui appartengo Autonomia Responsabile e da Nuovo Centrodestra, Lega Nord, Forza Italia, MoVimento 5 stelle, con cui si impegna la Giunta a fare le adeguate pressioni nei confronti del Ministero competente affinché la normativa in materia di immigrazione, ed in particolare quella relativa ai richiedenti asilo, prevedesse una compensazione delle spese di ospitalità e di mantenimento sostenute dalle comunità ospitanti attraverso lo svolgimento di lavori socialmente utili (pulizia strade e verde, corsi d’acqua, scoli, raccolta ramaglie, etc…) e attività di coinvolgimento che rendano i profughi partecipi della vita della comunità, in modo da rendersi e sentirsi utili e garantendone la dignità”.