“No alla cancellazione della data di scadenza dell’olio extravergine di oliva. Rischiamo di mettere in pericolo la qualità del nostro olio”: queste le motivazioni che hanno spinto il consigliere regionale di Autonomia Responsabile, Giuseppe Sibau, a interrogare, la scorsa estate, l’assessore regionale all’Agricoltura, Cristiano Shaurli, sull’ultima pretesa dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia, con ripercussioni che gravano anche sul Friuli Venezia Giulia considerando che in regione sono 300 gli ettari coltivati ad olivo di cui 150 nella provincia di Udine, 100 in quella di Trieste, 30 nel pordenonese e 20 nel goriziano. L’interpellanza, classificata come singolare da un quotidiano locale, ha in realtà portato a un prezioso approfondimento, utile soprattutto per i consumatori: sebbene sia di fatto decaduto il termine dei 18 mesi dall’imbottigliamento per la conservazione dell’olio extravergine d’oliva, modifica, come spiega Sibau “chiesta dall’Europa che ha aperto una procedura di pre-contenzioso nei confronti dell’Italia in quanto ha ritenuto non dimostrata la correlazione diretta tra la qualità dell’olio e la durata di conservazione, importante è segnalare che, per chi acquista olio 100% italiano ci sarà una possibilità in più di distinguere il prodotto. Negli scaffali dei supermercati – evidenzia ancora Sibau – si troveranno sia miscele di oli di diverse annate e provenienze senza segnalazione di origine (comunitaria o extracomunitaria), ritenuta contraria alle regole dettate dal regolamento UE, sia l’olio locale, 100% italiano, riconoscibile dalla data di scadenza. Se l’Europa cancella l’evidenza cromatica per rendere uguali gli oli, noi abbiamo modo di difenderci e tutelare i nostri preziosi prodotti tramite la conoscenza di queste modifiche. Una questione di non poco conto se vogliamo proteggere le produzioni olearie di eccellenza della nostra Regione”, chiosa Sibau.