Di Giuseppe Sibau – “All’ospedale di Udine mancano i posti letto. I pazienti non diminuiscono, al contrario aumentano e la situazione si fa sempre più complessa”. A farsi portavoce delle problematiche di un gruppo di operatori sanitari che lo ha interpellato, il consigliere regionale Giuseppe Sibau di Autonomia Responsabile, il quale spiega: “Quest’estate, in Oncologia, i posti erano 16, nelle ultime settimane hanno subìto nuovamente un incremento fino a raggiungere la cifra di 18/20 a causa delle forti criticità presenti, in taluni casi utilizzando personale neo assunto in servizio. Un modus operandi che si scontra con la necessità di tutela del paziente. Il disagio dei lavoratori è palpabile ed è giunto fino al mio orecchio. In questo stato di cose, molti interventi saltano per carenza di posti nelle terapie intensive. Ciò pare si verifichi anche due volte per paziente. Altre criticità sono dovute alla carenza di personale, ma, ancora di più a una non adeguata organizzazione dello stesso, basti pensare che la gran parte degli infermieri è adibita a incarichi di scrivania quando servirebbero, invece, operativi. La riforma sanitaria regionale, fatta male, non ha portato nessun beneficio: i costi risultano alti, i dirigenti non sono stati tagliati. Le aree di emergenza-urgenza da mantenere sulle 24 ore (Cividale del Friuli, San Daniele, Gemona) per sgravare il pronto soccorso di Udine non sono state rafforzate. Sul capoluogo friulano viene scaricato tutto il lavoro mentre andrebbe potenziato l’impegno dei medici di base. Come intende rispondere l’assessore alla Salute Telesca alle necessità dei pazienti e del territorio dato che le scelte di questa amministrazione regionale non hanno fatto che aggravare la situazione? Ulteriori dati preoccupanti riguardano le liste d’attesa: dal primo febbraio, infatti, si allungheranno ulteriormente a causa della mancanza di personale che farà saltare numerosi interventi nelle sale operatorie specialistiche. Il nosocomio udinese, punto di riferimento del territorio per quanto riguarda l’emergenza, dovrebbe essere messo nelle condizioni di far fronte alla necessità degli operatori, ma non è così. I medici specializzandi sono costretti ad effettuare turni massacranti che non rispettano la necessità di risposo (almeno 11 ore dopo ogni turno lavorativo), con ricadute sui livelli di attenzione e concentrazione e conseguenti rischi per l’utenza. Il Friuli Venezia Giulia risulta, inoltre, l’unica regione italiana senza Osservatorio per la formazione medico specialistica, ma evidentemente l’assessore regionale Telesca è sorda a questi problemi, troppo convinta di avere realizzato, assieme alla presidente Serracchiani, la migliore riforma sanitaria possibile. In questo modo, invece, da eccellenza rischiamo di diventare fanalino di coda della sanità nazionale. Un vero peccato”, conclude Sibau.