L’EUROPA CHE NON C’E’


La sinistra al governo dello Stato è in confusione sul problema profughi e in Friuli Venezia Giulia ne subiamo ogni giorno gli effetti. Critica i governi dell’Est europeo per le loro prese di posizione e nello stesso tempo strilla per un supporto che dovrebbe venire dall’Unione Europea, che anche in politica estera  ha perso la bussola, come si è visto dalla recente vicenda Hollande-Putin. Merkel, Hollande, Renzi hanno in comune molti aspetti. Il primo consiste in una lontananza cosmica da statisti come Adenauer, Schumann,  De Gasperi che misero insieme dalle ceneri dell’apocalisse nazista quella straordinaria invenzione che fu l’ Unione europea. Lontani da questi giganti ma anche dai loro  successori come Brandt, Mitterrand e perché no, Craxi: uomini che univano a un grande amore per la propria Patria  (parola che la sinistra di matrice comunista ha sdoganato fuori tempo utile) la consapevolezza delle immense potenzialità economiche, culturali, tecnologiche di un continente unito. In comune hanno anche una visione del futuro limitata  al prossimo voto nelle rispettive nazioni: qualche mese, un anno; forse due? Un orizzonte troppo breve che  ha consentito alla Merkel di forzare l’ingresso nel cuore dell’Europa di una massa di disperati in gran parte musulmani, ipotecando il futuro dei nostri figli e nipoti; gli stessi piccoli interessi che paralizzano il nostro Renzi quando si tratta di fare scelte importanti sui temi delle tasse e dei migranti e che impediscono a Hollande di propugnare una politica di entente cordiale con la Russia di Putin,  alleato inevitabile dell’Europa e dell’Occidente in questa Terza guerra mondiale che stiamo vivendo.

E pensare che il tanto deprecato Berlusconi  l ’aveva capito  molto meglio dell’immeritato premio Nobel Obama.  L’Europa che misura preservativi e  zucchine, incapace di cogliere il momento della storia, i rischi e le occasioni offerte dal cambiamento globale, in cui avrebbe un ruolo da protagonista se non fosse governata da questi personaggi. E quest’Europa ha perso l’anima quando, scrivendo la sua Carta Costitutiva si è vergognata delle sue radici classiche, greche e romane,  oltre che di quelle cristiane. Da quel momento la Ue è diventata un’ectoplasma senza appeal né decisa identità,  schiava dei diktat delle multinazionali, degli  assett finanziari internazionali, dei fondi sovrani dei paesi che s’affacciano sul Golfo Persico e che in alcuni casi appoggiano il terrorismo. Un’ impotenza servile che porta la maschera ridente di un Juncker, o quella inutile della Mogherini.    L’Europa  non ha una propria forza di intervento militare comune, si spacca su tutti gli argomenti di portata internazionale, non riesce a costruire una comune politica di freno all’ immigrazione di cui oggi facciamo le spese soprattutto  noi italiani: gli appelli alla solidarietà europea in questo campo, la lamentele che partono anche dai governanti del Friuli Venezia Giulia dirette a Bruxelles, sono soltanto la prova dell’incapacità renziana di porre un argine al problema.  

 

Renzo Tondo